
Ho appena finito di leggere un libro di Sergio Maistrello, collega che conosco da anni e che da diverso tempo si occupa del binomio giornalismo e media digitale. Un bel libro di 228 pagine che presenta una ricchissima bibliografia segno di una ricerca accurata. Giornalismo e nuovi media, l’informazione al tempo del citizen journalism”, questo il titolo del libro edito da Apogeo, in dieci capitoli snocciola la questione del giornalismo che vive o muore all’indomani della crisi editoriale e soprattutto della rivoluzione di Internet. Sulla falsa riga della diatriba storica tra la Tv che avrebbe dovuto ammazzare il cinema ( e tutti sappiamo che alla fine non è andata così) il libro del giornalista Maistrello dimostra come solo un processo di ammodernamento dell’industria editoriale può non solo sopravvivere al “ciclone digitale” ma addirittura uscirne vincente. E con esso il giornalismo o i giornalismi che solo con una visione moderna possono essere rivalutati e rilanciati.
Una sfida non da poco, quella che lancia Sergio Maistrello nella sua opera editoriale, che va accettata solo con una punta di ottimismo per vedere il futuro del giornalismo non più avvolto da una coltre di fumo nero dove non si distingue nulla se non il buio.