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Internet non è un media da par condicio

Siamo in campagna elettorale, ce ne siamo accorti tutti. Lungi dal pensare che siamo a corrente (finalmente) del programma politico del partito X piuttosto che del partito Y. Siamo nel periodo elettorale semplicemente perchè siamo circondati da facce semisconosciute su manifesti appesi ovunque (gli spazi relegati ai manifesti elettorali sono conosciuti solo dal messo comunale). La TV, nell’ultimo mese che precede le elezioni, non puo’ trasmettere  trasmissioni che ospitano esponenti politici. Lo ha stabilito una legge. Anche la radio è sottoposta alla stessa norma sulla par condicio. E il web?

A mia grande sorpresa, la legge sulla par condicio ha escluso Internet dall’elenco dei media. Dimenticanza o sottovalutazione? Credo assolutamente nella seconda ipotesi. Mentre la TV e la radio arrivano in tutte le case, almeno così si pensa, Internet è ancora utilizzato da pochi (oltre venti milioni di italiani) e l’età media si assesta sotto quella della “maturità”. Di questa “mancanza” se ne sono accorti i maggiori quotidiani della rete che non hanno perso tempo ad organizzare dibattiti elettorali e confronti politici con vari esponenti italiani. Fatta la legge, anche questa volta, è stato trovato l’inganno con beneplacito dell’informazione.

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