Dopo aver creato una pagina dedicata ai giornalisti e aver organizzato il primo raduno, Facebook spinge sull’acceleratore del “social journalism”. E’ noto a Facebook che ai giornalisti piace Twitter tanto da indurre lo stesso Zuckerberg .a tentarne l’acquisto per la cifra di 2 miliardi di dollari, lo scorso autunno, acquisto che chiaramente non ha trovato consenso sul fronte del noto microblogging. Anche per me è stato una amore a prima vista, Facebook invece faccio fatica ad apprezzarlo in toto.
Ed ecco le nuove intenzione di Facebook, dare una taglio più professionale al social network. Il progetto ha origine dalla nomina di Vadim Lavrusik che dalla sede di New York cercherà di ammaliare i giornalisti e di convertirli all’uso della piattaforma quale strumento utile per la ricerca di notizie, oltre che di promozione. Ad oggi, nonostante la potenza della piattaforma, molti sono i giornalisti che ancora non sono presenti con un profilo personale. Il nuovo manager di Facebook è pronto a scommettere che presto Facebook potrà finalmente esprimersi in “social media journalism” ma i dubbi rimangono.
Twitter, rispetto a Facebook, ha un’interfaccia più pulita, un aspetto simile a quello delle agenzie stampe che tanti giornalisti conoscono, un sistema di “amicizia” unilaterale che permette la visione, sulla propria bacheca, solo dei messaggi di chi segui e non di chi ha deciso di seguirti. A ben pensarci non è roba da poco. E poi, la velocità di inserimento delle news sempre uguali, facilita chi sta spulciando le fonti alla ricerca di una notizia o di una conferma.
Tuttavia sono ben felice di seguire questo nuovo progetto di Facebook e di capirne gli eventuali sviluppi positivi. Staremo a vedere se in futuro prossimo potremmo parlare di social journalism e, soprattutto, se anche il giornalismo conserverà lo stesso fascino che ha avuto in tutti questi anni di gloriosa storia.