Ogni luogo ha una voce, ma va ascoltata
Ogni destinazione ha una sua voce. C’è chi la urla da un cartellone, chi la sussurra in una foto mal postprodotta, chi la dimentica completamente nei comunicati stampa. Per me, la prima domanda è sempre questa: qual è l’identità autentica di questo territorio?
Sommario
Non quella scritta nei documenti istituzionali ma quella che si respira tra le vie, nei racconti della gente, nei gesti quotidiani. È la parte più affascinante e più difficile: trovare il filo rosso, capire cosa rende un luogo riconoscibile e umano. Se manca questo passaggio, tutto il resto, i post, i video, le brochure, sarà solo un involucro.
Il turista ideale non è “tutti”
Una delle frasi che sento più spesso è: “Vorremmo attrarre un po’ tutti.” Oppure: “Puntiamo al turismo di qualità.” Ma cosa significa davvero? Chi è il viaggiatore che vogliamo incontrare? Quali sono le sue aspettative, i suoi limiti, i suoi desideri?
Spesso dedico intere sessioni alla definizione del target. Uso domande semplici: chi può davvero apprezzare questo luogo? Perché sceglierebbe proprio questo e non un altro? Quali esperienze cerca? C’è una distanza enorme tra parlare a “tutti” e parlare davvero a qualcuno. La prima opzione rassicura, la seconda funziona.
E no, non è una questione solo di età o provenienza geografica. È una questione di affinità emotiva. C’è chi cerca silenzio, chi natura autentica, chi cultura locale. Più so chi voglio attrarre, più so cosa dire e come dirlo.
La reputazione è già là fuori
Ogni volta che inizio un progetto, faccio un esercizio di ascolto: leggo le recensioni, analizzo i contenuti generati dagli utenti, osservo i social con occhi da viaggiatrice. Cosa raccontano davvero le persone di questo territorio?
Spesso ci si concentra solo su cosa dire, senza prima capire cosa viene già detto. Ma le conversazioni avvengono anche senza di noi. Quindi sì, una delle domande fondamentali è: qual è la percezione attuale del territorio?
Una volta ho lavorato con un piccolo borgo convinto di essere “romantico”. Online veniva raccontato invece come “vuoto e triste”. La verità era nel mezzo: mancava animazione, ma c’era una bellezza fragile da far emergere. E lo abbiamo fatto, partendo da lì.
Strategia significa anche onestà
Un’altra domanda che non posso evitare è: quali risorse abbiamo davvero? E quando dico “risorse” intendo tempo, competenze, energie, budget, relazioni.
Mi è capitato di vedere piani editoriali meravigliosi, ma poi lasciati lì, in un file. Perché nessuno aveva il tempo di portarli avanti. E allora subentro io, per creare un piano più snello, realistico, gestibile anche con poche forze.
Non c’è nulla di male a partire in piccolo. L’importante è sapere da subito quali leve possiamo muovere. Un blog ben gestito può essere più utile di cinque social dimenticati. Una newsletter curata può dare più risultati di una campagna promozionale confusa. La sostenibilità non è solo ambientale: è progettuale.
Senza direzione non c’è strategia
Infine, la domanda più semplice e più ignorata: perché lo stiamo facendo? Per me è fondamentale. Serve un orizzonte di senso. Un faro.
Aumentare le presenze? Bene. Ma quali? In che periodo? Con quale impatto sul territorio? Oppure vogliamo riposizionarci, diventare meta di turismo lento, esperienziale? Magari l’obiettivo è dare voce a chi vive il luogo tutto l’anno, o costruire relazioni più profonde tra comunità e visitatori.
Senza un perché, rischiamo di muoverci a caso. E a caso si resta immobili. Questa è forse la parte più bella del mio lavoro: aiutare i territori a ritrovare il proprio perché, e raccontarlo con coerenza e passione.
Una strategia che parte dalle domande
Oggi ti ho raccontato il mio metodo. Non perché sia l’unico possibile ma perché funziona. Funziona quando c’è voglia di mettersi in discussione, di ascoltare davvero, di smettere di rincorrere mode e iniziare a costruire un racconto solido, autentico, coerente.
Se queste domande ti hanno fatto riflettere e vuoi capire come applicarle al tuo territorio o alla tua realtà turistica, possiamo lavorarci insieme. Prenota una consulenza gratuita: ti aiuterò a trasformare questi spunti in un piano strategico concreto.