KPI turismo | I 3 indicatori da analizzare prima di ogni progetto * Anna Bruno

I 3 KPI fondamentali prima di iniziare un progetto turistico: cosa guardo sempre (prima di tutto)

In ogni progetto di marketing turistico, prima di pensare a strategie e canali, analizzo tre indicatori chiave. Non sono metriche astratte, ma segnali concreti che possono determinare la riuscita o il fallimento di un’intera azione. In questo articolo ti spiego quali sono e perché fanno la differenza, sempre.

Progetti nel turismo - Foto ABAI
Negli anni ho seguito strategie digitali per enti, destinazioni, tour operator, agenzie di viaggio e strutture ricettive. Alcuni progetti hanno portato risultati importanti, altri hanno faticato di più. Ma una cosa l’ho imparata: ci sono almeno tre KPI che possono segnare fin da subito l’efficacia di una strategia turistica.
Parlo di indicatori che vanno oltre i soliti numeri da report. Sono segnali preliminari, utili a capire se un progetto ha le basi giuste per funzionare oppure se servono aggiustamenti prima ancora di iniziare. Ecco i 3 KPI che analizzo sempre, prima di mettere mano alla strategia.

1. Capacità di attrarre traffico qualificato

Non mi interessa (solo) quanto traffico arriva sul sito o sulla pagina social. Quello che conta davvero è la qualità di quel traffico.

  • Quante persone arrivano già con un’intenzione chiara?
  • Quanto tempo restano sulle pagine?
  • Cosa fanno dopo il primo click?

Per destinazioni e imprese turistiche, capire se si stanno intercettando i giusti viaggiatori è il primo vero indicatore di salute digitale. A volte bastano piccoli segnali: una bassa permanenza, un tasso di rimbalzo alto, una homepage troppo generica. Se il traffico esiste ma non converte, il problema non è la quantità: è la pertinenza.

2. Capacità di generare interesse e interazioni “calde”

Qui guardo una combinazione di dati:

  • Quali contenuti ricevono più salvataggi, click o condivisioni?
  • Gli utenti lasciano commenti, messaggi o richieste?
  • C’è dialogo reale (non solo like di circostanza)?
Vedi anche  Come riconoscere un piano marketing inutile (e costruirne uno che funzioni davvero)

Un progetto turistico che non genera interesse è un progetto che rischia di spegnersi presto. Io cerco sempre segnali di coinvolgimento autentico: una micro conversazione, una richiesta spontanea, un apprezzamento motivato. Senza interesse, non c’è relazione. E senza relazione, il marketing turistico è solo pubblicità vuota.

3. Capacità di raccogliere dati e contatti proprietari

Sembra una metrica tecnica, ma per me è una delle più strategiche. Un progetto che non raccoglie dati proprietari (email, preferenze, risposte, feedback) è un progetto vulnerabile. Ogni destinazione o attività turistica che vuole crescere deve avere:

  • un sistema per raccogliere contatti (anche semplice)
  • un flusso per gestirli (anche minimo)
  • un’idea di come attivarli nel tempo (newsletter, inviti, follow-up)

I social possono chiudere un account. Una mailing list resta tua.

Perché questi tre KPI?

Perché mi permettono di capire dove intervenire prima ancora di iniziare la parte creativa. Non parlo di funnel, di annunci, di reel o di hashtag. Prima di tutto voglio sapere se il terreno è fertile. Altrimenti si rischia di costruire sulla sabbia, e ogni strategia rischia di essere brillante… ma poco utile.

E cosa succede quando questi KPI non sono positivi?

Non è un problema. È un’occasione. Quando noto che manca qualcosa:

  • rivedo la proposta di valore,
  • consiglio di riscrivere il sito o il profilo,
  • lavoro su un posizionamento più centrato.

A volte un progetto inizia davvero solo dopo un’analisi onesta. Ed è proprio in quei momenti che il marketing smette di essere un insieme di strumenti e diventa una leva di consapevolezza.

Conclusione

Ogni volta che inizio un progetto nel turismo, non guardo subito i canali, i post o i numeri di Google. Guardo i segnali. Cerco tracce di attenzione, interesse e relazioni pronte a sbocciare. I KPI non sono formule rigide. Sono alleati silenziosi, che mi aiutano a capire da dove partire davvero. E spesso, è proprio grazie a loro che un progetto riesce a fare la differenza.

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