Marketing digitale nel turismo: perché ho cambiato approccio * Anna Bruno

Perché ho deciso di cambiare approccio al marketing digitale nel turismo

Nel corso degli anni ho seguito strategie digitali per destinazioni, hotel, ristoranti e agenzie. Alcune hanno funzionato, altre meno. Oggi ho rivisto tutto. In questo articolo ti racconto perché ho deciso di cambiare approccio al marketing digitale nel turismo, cosa non rifarei e quali leve stanno davvero funzionando.

Strada lunga e dritta nel deserto, simbolo di cambiamento e visione nel marketing turistico

Nel corso degli anni ho seguito strategie digitali per destinazioni turistiche, hotel indipendenti, ristoranti, agriturismi, agenzie di viaggio e tour operator. Ogni progetto è stato diverso, con esigenze specifiche, obiettivi più o meno ambiziosi e contesti spesso molto distanti tra loro. Alcune strategie hanno portato grandi risultati, altre si sono rivelate meno efficaci del previsto, nonostante l’impegno e la pianificazione.

Col tempo, però, ho iniziato a notare un filo comune: c’erano elementi che si ripetevano, errori che emergevano spesso, segnali che qualcosa (anche nei progetti più ben strutturati) non stava funzionando davvero. È stato proprio quel momento a segnare un cambio di rotta nel mio modo di vedere e fare marketing digitale.

Oggi lavoro in modo diverso, con uno sguardo più critico, più profondo e decisamente più umano. In questo articolo ti racconto perché ho deciso di cambiare approccio al digital marketing nel turismo, cosa ho smesso di fare, cosa ha funzionato davvero nei progetti più recenti e quale metodo seguo oggi quando affianco clienti nel travel e nel food.

Il vecchio approccio: completo ma non più sufficiente

Per molto tempo ho seguito il classico schema:

  • sito web ben fatto;
  • SEO curata;
  • social media attivi;
  • newsletter periodica.

Era l’impianto che ogni progetto doveva avere. E per un po’ ha funzionato. Ma negli ultimi anni ho cominciato a sentire che qualcosa non tornava. Le strategie sembravano complete ma i risultati non sempre arrivavano. Il traffico c’era ma le conversioni no. Le persone ci trovavano ma non restavano.

Vedi anche  Il marketing non è un volantino: come riconoscere (e smontare) le false promesse

Così ho cominciato a farmi delle domande. E quando inizi a farti le domande giuste, i vecchi schemi cominciano a scricchiolare.

La svolta: partire dalle relazioni, non dai contenuti

Oggi la mia visione è cambiata. Non comincio più dai canali, ma dalle persone. Non parto più dal calendario editoriale, ma dalle conversazioni. Voglio capire chi ho davanti, cosa desidera, cosa lo frena.

Una volta, avrei detto: “Dobbiamo pubblicare due post a settimana”. Oggi dico: “Abbiamo qualcosa di vero da dire? Se sì, come possiamo renderlo utile e ascoltabile?”.

I progetti che mi hanno fatto cambiare visione

Un progetto in particolare ha segnato questo cambiamento. Era un piccolo borgo con un sito bellissimo e social ben curati. Ma nessuno li guardava. Abbiamo fatto una scelta coraggiosa: fermare tutto per 30 giorni. Niente post, niente campagne. Solo ascolto. Abbiamo:

  • intervistato chi era già stato lì;
  • parlato con gli abitanti;
  • osservato i luoghi con occhi nuovi.

Da quell’ascolto sono nati contenuti veri, profondi, umani. I risultati? Il traffico è cresciuto ma soprattutto è aumentata la fiducia.

Cosa ho smesso di fare

Nel mio lavoro ho eliminato tutto ciò che sembrava solo “doveroso”:

  • post pubblicati solo per rispettare il piano editoriale;
  • contenuti SEO pieni di keyword ma senza anima;
  • automazioni pensate solo per vendere, senza ascolto.

Preferisco:

  • una newsletter vera una volta al mese;
  • un post che tocca davvero;
  • una strategia che riflette ciò che siamo davvero.

Il mio metodo oggi

Oggi lavoro con pochi strumenti, scelti con attenzione:

  • Google Search Console per capire le vere intenzioni di ricerca;
  • interviste reali come base per contenuti autentici;
  • ChatGPT come supporto creativo;
  • CRM per pianificare meno ma meglio.
Vedi anche  I 3 principali casi d'uso di marketing per il metaverso B2B

Ma soprattutto uso il tempo: per ascoltare, per capire, per lasciar sedimentare le idee prima di comunicarle.

I risultati dopo il cambiamento

Da quando ho cambiato approccio, ho visto risultati concreti:

  • più interazioni autentiche;
  • meno traffico inutile;
  • più richieste reali da clienti potenziali;
  • più passaparola e collaborazione spontanea.

Un agriturismo ha aumentato le prenotazioni con una serie di email scritte su misura. Una destinazione ha ricevuto più contatti grazie a una pagina FAQ curata e umana. Non è solo strategia: è cura.

Cosa consiglio a chi è in transizione

Se anche tu senti che la tua comunicazione digitale non ti rappresenta più, ti consiglio di:

  • ascoltare il tuo pubblico prima di scrivere;
  • trovare il tuo tono, non quello che “funziona”;
  • non avere paura di fare meno ma meglio.

Ripartire si può. A volte serve solo togliere il superfluo per ritrovare ciò che conta davvero.

Conclusione

Cambiare approccio non è stato facile, ma è stato necessario. Oggi sento che il mio lavoro è più coerente, più utile e più vero. Se anche tu vuoi rivedere la tua strategia digitale nel turismo o nella ristorazione, possiamo parlarne.

Prenota qui la tua consulenza gratuita.



Torna in alto