Non è colpa dei social
Negli ultimi anni ho sentito spesso la stessa frase: “Abbiamo aperto Instagram, ma non porta clienti”. Oppure: “TikTok è solo per i ragazzi, non funziona per vendere viaggi”. E ancora: “Il sito non serve a nulla, tanto tutti guardano i social”.
Sommario
La verità è un’altra: i social e i siti funzionano eccome, anche nel turismo. Ma non funzionano se vengono gestiti male. Il problema non sono gli strumenti, ma chi li gestisce. Troppe agenzie di viaggio (e troppi “pseudo social media manager”) trattano il digitale come una semplice trasposizione dell’offline. Risultato? Vetrine online che non generano fiducia, non attraggono nuovi clienti e finiscono per allontanare anche chi potrebbe essere interessato.
Il modello sbagliato: il volantino online
Immaginate una classica agenzia di viaggi. In vetrina, locandine colorate con offerte per il mare, i tour organizzati, i pacchetti di Capodanno. Prezzi in evidenza, date e recapiti.
Funziona? Sì, se l’obiettivo è attirare chi passa davanti all’agenzia.
Ora spostiamo lo stesso modello sui social: post con grafiche piene di scritte, pacchetti a partire da 599€, countdown per i posti limitati. Oppure siti web pieni di pagine con offerte standard e listini.
Funziona? No.
Su Instagram o TikTok gli utenti non entrano per sfogliare cataloghi. Su Google non cercano “pacchetto tour 7 notti Maldive”, ma domande come “quando andare alle Maldive”, “cosa vedere a Malé”, “quali atolli scegliere”.
Ecco perché i volantini digitali non funzionano. Non intercettano l’intenzione dell’utente, non creano desiderio, non generano fiducia.
Perché questo approccio fa perdere clienti
I social sono piattaforme di intrattenimento e scoperta, non scaffali di offerte. I siti sono hub di contenuti, non bacheche di listini. Se un’agenzia di viaggi pubblica solo volantini online, comunica tre messaggi impliciti:
- Non ha contenuti da raccontare → quindi non ha valore aggiunto.
- Si gioca tutto sul prezzo → e sul prezzo vince sempre qualcun altro.
- Non conosce le regole del digitale → e quindi appare meno professionale.
Il cliente di oggi è molto più informato di ieri. Se cerca ispirazione, va su Instagram o TikTok. Se cerca risposte pratiche, va su Google. Se trova solo volantini digitali, scorre oltre e cerca altrove. Il danno non è solo “non vendere”: il danno è bruciare credibilità. E nel turismo, la fiducia è la moneta più preziosa.
Il falso mito del “social media manager”
Spesso le agenzie si affidano a un “social media manager” pensando di risolvere il problema. Ma non basta avere qualcuno che pubblica post se il contenuto è sbagliato. Un social media manager improvvisato che crea solo grafiche con prezzi non fa strategia, ma semplicemente trasporta il volantino sul web. È come avere un grafico che ogni settimana cambia i cartelloni in vetrina.
Il risultato?
- Feed monotono, senza storytelling.
- Nessuna crescita organica.
- Nessun posizionamento come brand.
Un vero professionista del marketing digitale non si limita a riempire spazi: costruisce strategie di contenuto, posizionamento e relazione.
Cosa serve davvero a un’agenzia di viaggi
Per emergere online, un’agenzia non deve “esserci”, deve esserci bene. Ecco cosa fa la differenza:
- Storytelling emozionale → raccontare esperienze, non solo pacchetti.
- Contenuti evergreen → guide pratiche, rubriche, consigli che restano validi nel tempo.
- Format seriali → rubriche riconoscibili che creano attesa e fidelizzazione.
- SEO e AEO → siti ottimizzati per Google e motori conversazionali, che intercettano domande reali.
- Coerenza cross-channel → sito e social che parlano lo stesso linguaggio.
Esempi concreti: cosa non fare e cosa fare
- Cosa non fare: pubblicare l’offerta “7 notti a Sharm a 899€” su Instagram.
Cosa fare: reel con “3 esperienze imperdibili a Sharm” + articolo “Cosa vedere a Sharm el-Sheikh” sul sito. - Cosa non fare: riempire il sito con 50 pacchetti copia-incolla dei tour operator.
Cosa fare: guide originali arricchite da consigli autentici, video e FAQ. - Cosa non fare: usare solo grafiche stock con loghi e prezzi.
Cosa fare: alternare immagini emozionali, testimonianze e dietro le quinte.
Il valore della professionalità
Un sito o un profilo social improvvisato non è solo inutile: è dannoso. Comunica poca serietà, abbassa la percezione del brand e fa pensare che l’agenzia non sia aggiornata. Un sito o un profilo social curato da professionisti, invece:
- posiziona l’agenzia come autorevole;
- la distingue dai concorrenti;
- costruisce fiducia prima ancora del contatto diretto.
La mia esperienza
Nel mio lavoro incontro spesso due tipi di realtà:
- chi si è fermato al modello del volantino digitale e fatica ad attrarre clienti;
- chi ha investito in una strategia digitale e oggi raccoglie risultati in termini di visibilità e richieste.
Non è questione di fortuna, ma di metodo. E il metodo si costruisce con competenze, esperienza e una visione di lungo periodo.
Conclusione: smetti di sprecare tempo coi volantini online
Il problema non sono i social, non è il sito, non è il digitale. Il problema è come li usi. Se trasformi i social in una vetrina di offerte, non solo non vendi, ma perdi credibilità. Se costruisci contenuti di valore con l’aiuto di professionisti, i social e il sito diventano il tuo canale più potente.
Se sei un’agenzia di viaggi e vuoi davvero fare il salto, prenota una consulenza gratuita con me. Perché i social non servono a mostrare prezzi: servono a costruire fiducia, desiderio e clienti.
FAQ
Perché i social delle agenzie di viaggi non funzionano?
Perché spesso vengono usati come vetrine di offerte, invece che come strumenti di ispirazione e relazione con i viaggiatori.
Conviene pubblicare le offerte sui social?
Non da sole: un’offerta senza contesto emozionale non genera interesse. Meglio accompagnarla con storytelling, guide e contenuti di valore.
Come deve essere il sito di un’agenzia di viaggi?
Un sito efficace deve offrire guide, consigli e contenuti utili, non solo pacchetti copia-incolla dei tour operator.
Un social media manager basta a far crescere un’agenzia?
Solo se lavora con strategia. Limitarsi a creare volantini digitali non è marketing, è semplice riempimento.